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Vibrazioni di colori che "fluttuano" nello spazio della tela sono la caratteristica dominante e coerente nel linguaggio dell'Artista Emanuela Presepi. È una libertà che si legge nella variazione di "cremosi cromatismi sospesi" che seguono curiosi andamenti tra vortici di "mosaici sciolti", tunnel arcobaleno, e raggi che si perdono in profondità.
Un unico e personalissimo mondo interiore, un inconscio liberato con autenticità sulla tela, un processo di auto-esplorazione, dove l'esigenza di creare e comunicare il proprio mondo interno è l'espressione di identità pura, una priorità assoluta!
Il colore nel suo valore psicologico più totale e metafisico è la lingua artistica di Emanuela Presepi.
Patrizio Virzì
L’idea che Emanuela Presepi ha del linguaggio artistico appartiene ad un mondo interiore molto profondo con il quale si confronta quotidianamente e con particolare intensità emotiva. In tale contesto le opere che realizza non possono che essere il riflesso di ciò che emerge dalla sua anima sensibile.
La scelta di lasciar fluire le proprie emozioni come in un costante flusso creativo rientra nella scelta di tener distante ogni tipo di figurazione affinché forme e colori possano danzare sulla tela con particolare grazia e armonia.
Ogni opera è un capolavoro interiore che riesce a trasmettere una particolare sensazione di benessere psico-fisico ascrivibile agli studi estetici legati all’arte terapia.
L’arte fa bene a chi la crea ma anche a chi ne fruisce nel modo corretto, lasciandosi trasportare dal vortice delle emozioni, e come sulla soglia di un portale intimo, lasciarsi coinvolgere senza alcun pregiudizio estetico.
Con Emanuela Presepi assistiamo ad una delle migliori espressioni di pittura intuitiva entro la quale è possibile perdersi nella lettura delle più svariate e intriganti chiavi di lettura. “La pittura è un Dono, una Chiave, un portale che fa viaggiare dentro e fuori di me – scrive l’artista – per raggiungere infiniti Mondi.”
Il mondo di Emanuela parla del tempo e della caducità della vita al tempo stesso, nella profondità dei suoi giochi cromatici, nelle trasparenze e contrasti vi si può leggere “la gioia e il dolore, la pesantezza e la leggerezza” in un costante dialogo rivolto sempre alla bellezza della vita, che celebra quotidianamente attraverso ciò che la fa star bene, l’arte. L’alchimia che unisce la ricerca interiore, lo studio, la sperimentazione e l’amore sincero per l’espressione artistica pittorica, sono alla base di un percorso espressivo fondato sulla ricerca della bellezza e della verità.
Emanuela Presepi merita un palcoscenico internazionale affinché i codici del linguaggio espressivo di cui fa sapiente uso possano portare benessere e profondità di pensiero, senza alcun confine.
Alberto Moioli
La prima volta che ho incontrato un dipinto di Emanuela Presepi è stata presso l'Officina dell'Arte di Cesena dell'amico e collezionista Angelo Fusconi: Luce dentro al Blu.
Si trattava di una veduta subacquea, astratta, ma talmente intensa che ne restai colpito: la vividezza dei colori, la fluidità delle gradazioni, la capacità di rendere i penetranti effetti di luce sulla superficie dell'acqua.
Conoscere le restanti opere di Emanuela è stato spiazzante.
La sua Mostra Cervese: Infiniti Mondi si è rivelata un viaggio all'interno di un immaginario nuovo e personale, che offre connessioni inaspettate e si affaccia su paesaggi interiori, oltre la pittura, come a rimarcare il fatto che certe opere si guardano con gli occhi, ma non soltanto.
Pierre Bonaretti
Una pittura visionaria e anticonvenzionale quella di Emanuela Presepi, in cui non si intravedono
tracce di disegno o elaborazione progettuale.
L’artista recepisce spontaneamente le istanze fantasmagoriche di un immaginario primitivo che si
volge all’Uno, all’Origine, alla Genesi, ai primari processi generativi e rigenerativi.
Il colore si espande direttamente sulla tela in una sorta di evocazione delle energie primigenie che
esplodono nella creazione degli elementi primordiali della materia.
Molte sono le tele caratterizzate da un fuoco centrale intorno a cui irradia circolarmente un colore
estremo, con luminosità e contrasti psichedelici che suggeriscono l’emergere, dall’indistinto bianco
della tela, di un cosmo primitivo: la formazione di stelle e soli, di galassie, masse gassose,
concentrazioni di energia, incubatoi di mondi possibili – “Progetto d’amore” .
Altre opere invece, all’estremo opposto, sembrano più magmatiche e dense, calate nella materia,
fluida e particolata a volte, opaca e stratificata altre, quasi che la pittrice percorresse un viaggio
visionario nello spazio tempo, dall’unità primigenia di un macrocosmo originario, gravido e
staminale, con infinite potenzialità creative e trasformative, in direzione di un microcosmo
differenziato e frammentato, in cui sono evocati i processi degenerativi, la catastrofe e la morte.
Genesi, morte, palingenesi: infiniti mondi che nascono, muoiono e si rigenerano.
Questo sembra il messaggio alchemico veicolato da Emanuela in un lavoro quasi medianico di
trasposizione di contenuti grezzi dall’inconscio alla tela.
La dimensione intermedia dell’umano è solo apparentemente irrilevante, almeno nella sua
dimensione storica e reale: la pittura di Emanuela infatti non si pone obiettivi di rappresentazione e
descrizione; non è interessata alla figurazione, non strizza l’occhio alla decorazione e non ha
velleità estetizzanti; si colloca in un indefinito spazio temporale.
Eppure è la sua umanità a generare l’apertura di sguardo - l’occhio spalancato, stupefatto
e spaventato insieme, rappresentato nell’opera ‘Celesti visioni’, che indaga il movimento
cosmico continuo, di espansione e contrazione, che come il mare ( altro amore di Emanuela),
il cuore, il respiro, attraversa i Mondi e tutto l’universo vivente.
Pochissime le opere che recano elementi riconoscibili come umani: quand’anche si affaccino alla
tela figure antropomorfe - come nell’opera ‘La grande madre’- sembrano piuttosto riflessi di un
mondo animico: il quadro è medium per l’evocazione e il contatto di parti interne disconosciute o
non messe a fuoco o evocazione di fantasmi, di entità desiderose di riconoscimento.
In INFINITI MONDI predomina da parte dell’artista l’atto sciamanico di captare energie e di
mantenersi aperta e vigile a forme di conoscenza intuitiva, che, solo in un momento successivo,
possono raggiungere la coscienza sotto forma di pensieri e parole. Di qui l’ulteriore lavoro di
rivelazione di quanto affiorato sulla singola tela: quello che sembra l’esito di un vero e proprio
dispositivo medianico di trance artistica, facilitato dalla musica, viene trasmutato in
poesia/vaticinio, completando il processo creativo di Emanuela Presepi. I suoi lavori diventano così
carte da consultazione che, attraverso la risonanza di forme e colori, aiutano il contatto con il
mondo interno del consultante, bypassandone le difese razionali e guidandolo nella conoscenza e
nella rigenerazione di sè.
Cristina Barducci